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Parlo di A. I. R.:

Ask and answer

Come nasce l'idea de A. I. R.: La Principessa Scomparsa?

Dunque, non so se riesco a spiegarlo in modo sintetico. In realtà ho selezionato una delle tante idee che ho intenzione di realizzare. Mi piaceva l’idea che il primo libro che avrei pubblicato fosse un fantasy per target prevalentemente giovanile, anche le altre idee che voglio sviluppare in futuro sono circa per lo stesso pubblico, però, diciamo che la saga di A. I. R. ha un tocco di innocenza in più. 
L’idea di base che ho avuto all’inizio era molto più minimale. È solo grazie a una chiacchierata con un’amica che sono riuscita a mettere insieme tutte le componenti del mio romanzo.

Quale personaggio trovo più interessante della mia opera?

Penso che comunque tutti i personaggi di A. I. R. siano interessanti ed abbiano un profilo psicologico molto più complesso di quel che sembri, però se ne devo dirne uno sicuramente è Kylun. Ha un carattere ombroso e scorbutico, forse potrebbe addirittura scatenare antipatia nel lettore. Tuttavia è il classico esempio di personaggio ingannevole all’apparenza. Ha avuto un passato infelice e continua ad essere tormentato da questioni più grandi di lui. Nonostante sembri l’impersonificazione di uno stereotipo non si sa mai come potrebbe reagire in situazioni diverse. Credo che sia questa la sua caratteristica più interessante, tra l’altro, apprezzata, in maniera inconscia, da Emy.

Com’è nata l’idea di una protagonista come Emily?

Emily o Emy, come mi piace chiamarla, è un personaggio a mio parere molto lineare. Non dico trasparente perché è solita nascondere o non dire del tutto la verità - il che è apprezzabile in alcuni casi. -. Lei è il personaggio che ha dato senso alla mia idea. Devo essere sincera, mi sono ispirata a protagoniste di serie animate come Mew Mew e Sailor Moon. Questo perché per delineare il carattere di una ragazzina alle prese con un mondo fantastico non è facile se non si ha un modello - soprattutto perché non penso di assomigliarle molto. -.

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Quali scrittori e libri mi hanno ispirata a scrivere questo libro?

Per rispondere a una domanda del genere devo fare una premessa. Da piccola non mi piaceva molto leggere e scrivere lo trovavo molto noioso a causa dei numerosi dettati che ci facevano fare a scuola. A dieci anni mia nonna paterna mi ha regalato un libro intitolato Fairy Oak, ma non l’ho letto seriamente finché non sono andata alle medie. Il giorno che ho deciso di iniziare a leggerlo non mi sono schiodata fino a che non l’ho finito. Finire un libro in un giorno per me era stato un fatto straordinario e il fatto di averlo trovato gradevole come un cartone animato lo era altrettanto se non di più. È stato allora che ho deciso: io avrei fatto la scrittrice da grande e tutta quella determinazione non mi è mai mancata. Sapevo che avevo bisogno di esercitarmi molto, infatti è stato per questo che mi sono iscritta ad un sito di fanfiction e ho iniziato a scrivere lì le mie storie - utilizzando prettamente i personaggi di altre opere esistenti. -.
Quindi per rispondere alla domanda dico sicuramente Elisabetta Gnone e la sua meravigliosa saga di Fairy Oak. Negli anni poi ho potuto apprezzare le opere di altri scrittori famosi, ma quando si tratta di fantasy è sicuramente lei la mia guida.

Cosa significa per me scrivere?

Tutto. Potrei tranquillamente rispondere così. Il fatto è che già da piccola, seppur io mi reputi molto fortunata, ho rischiato di non poter più praticare la mia passione ancor prima di sapere di averla. Una brutta malattia mi ha costretta sei mesi in coma e le possibilità di uscirne illesa erano minime. So che a molti potrà sembrare assurdo, ma penso che il destino voglia che realizzi qualcosa nella mia vita. Qualcosa che può essere anche modesto per quanto ne so, ma di sicuro qualcosa di importante a livello personale.
Scrivere è bellissimo, non farei altro dalla mattina alla sera. A volte non comincio neanche, perché so che ci perdo la giornata. Non credo riuscirò mai a descrivere la sensazione che si prova quando la penna accarezza il foglio facendoti in poco tempo ritrovare in una dimensione sconosciuta…

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Perché voglio diventare scrittrice?

Per lo stesso motivo per cui la scrittura è tanto importante per me. Voglio far parte di questo mondo, non ho mai sentito niente di più vicino. In futuro vorrei anche aiutare giovani scrittori come me a farsi strada nel mondo dell’editoria. La letteratura vale molto. È solo grazie a lei se possiamo vantare un patrimonio letterario. Non è mai troppo il rispetto che si riserva agli scrittori - sia che siano veterani, sia che siano alle prime armi. -.

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